giovedì 18 luglio 2019
Quali sono le nuove professioni del futuro (e quali gli studi da seguire)
La ricerca "Le competenze digitali in Italia" svela quali sono le professioni del futuro e quali le skills da acquisire
Oramai è innegabile che l'avanzamento (molto massiccio) della tecnologia abbia influenzato il mondo del lavoro in maniera irreversibile: sempre più aziende, negli ultimi anni, sono alla ricerca di profili che abbiano specifiche competenze digitali, che gli permettano di essere al passo con i cambiamenti e le innovazioni che interessano il settore tecnologico (e non solo). Ecco allora che ci si chiede come l'offerta formativa universitaria possa rispondere alle richieste così specifiche dell'attuale mondo del lavoro.
Il report "Le competenze digitali in Italia. Orientarsi in un mercato del lavoro in continua evoluzione", pubblicato in collaborazione da Talent Garden e Nesta Italia, ha cercato di indagare la situazione italiana così da poter capire come colmare il mismatch tra la domanda e l'offerta lavorativa. Il vero problema sta nel fatto che le aziende italiane continuano a richiedere competenze digitali che i candidati sembrano non possedere o non aver acquisito in nessuna passata esperienza formativa. Stando ai dati, nel 2018 sarebbero state ben 344.907 le occupazioni digitali aperte in Italia, il che pone chiaramente l'urgenza di risolvere la problematica legata alla formazione dei laureati e dei disoccupati italiani.
In particolare, il report indaga anche la localizzazione della richiesta di nuove occupazioni digitali, che si concentra soprattutto nel Nord Italia (con una percentuale del 77% di offerte di lavoro): Milano si dimostra la vera e propria capitale digitale d'Italia, con il 21% delle richieste di competenze innovative, seguita da Roma (6%), Bologna (4%), Torino (4%) e Brescia (3%). La situazione è probabilmente collegata anche alle numerose iniziative organizzate sul territorio lombardo con l'obiettivo di promuovere la cultura digitale e delle materie tecnico-scientifiche ( Milano Digital Week e STEMinthe City).
A stupire sono soprattutto i dati che riguardo i settori lavorativi in cui sono richieste le competenze digitali, che si rivelano essere tra i più svariati: queste skills moderne sembrano essere un requisito fondamentale non solo per professioni quali lo sviluppatore, il system analyst o il consulente informatico, ma anche per occupazioni non prettamente informatiche quali il contabile, il professionista del marketing e l’ingegnere meccanico. Anzi, il settore manifatturiero sembra essere quello con il maggior numero di posizioni aperte sull'intero territorio italiano, pari circa al 26% delle richieste lavorative attuali, con una concentrazione nelle regioni di Lombardia ed Emilia Romagna: i profili più richiesti sembrano essere quelli di ingegneri ed operai specializzati (operatore di macchine utensili per la lavorazione dei metalli, disegnatore tecnico, sviluppatore, tecnico di ingegneria elettronica, impiegato amministrativo, ingegnere meccanico e assemblatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche).
Un dato eccezionale riguarda una delle posizioni più ricercate in Italia, ossia quello dello sviluppatore. Sfortunatamente, il panorama professionale italiano sembra essere privo (quasi del tutto) di questa figura specializzata, il che spiegherebbe bene il perché le start up tecnologiche nostrane abbiano accesso a pochi fondi rispetto alle colleghe europee: la difficoltà di reperire sviluppatori qualificati mette in grossa crisi soprattutto le piccole e medie imprese, soprattutto se consideriamo che buona parte delle figure di questo tipo tende a trasferirsi all'estero per cercare un'occupazione più remunerativa.
È chiaro che sia in costante aumento anche la richiesta di professionisti che abbiano competenze relative alle tecnologie più moderne ed emergenti quali blockchain, intelligenza artificiale, tecnologie immersive (AR e VR), Internet of Things (IoT), 3D printing, droni e robotica, quantum computing e biotecnologia. Questi settori, nati in Italia da poco, stanno lentamente prendendo piede nel mondo del lavoro, richiedendo così sempre più profili che possano alimentarne la crescita.
Il panorama delle competenze digitali in Italia
Se la richiesta di profili con specifiche competenze all'avanguardia stupisce per i numeri elevati, lo stesso si può dire per lo stato di digitalizzazione del nostro Paese. Il DESI - Digital Economy and Society Index - ha identificato l'Italia come una delle nazioni più arretrate in Europa sotto questo punto di vista (ponendola al 24° posto in una lista di 28 Paesi). Ma come fare per risolvere questa situazione? Quali dovrebbero essere le autorità pronte ad intervenire per salvare la situazione? Sicuramente le università italiane, che dovrebbero farsi un'auto-analisi e cercare di risolvere il problema proponendo un'offerta formativa quanto più possibile adeguata alla domanda dell'attuale mondo del lavoro. I corsi digitali proposti dagli Atenei sono ancora troppo pochi e soprattutto non vengono erogati da tutte le strutture del territorio. Diventa allora necessario cambiare questa situazione, così da poter entrare a far parte del mondo del lavoro europeo (e poi internazionale) a tutti gli effetti.
Sotto questo punto di vista, il Consorzio Universitario Internazionale sta cercando di rimanere al passo con i tempo, ampliando la propria offerta formativa a corsi di laurea che possano rispondere alle esigenze delle nuove professioni digitali:
- Scienze della Comunicazione - Curriculum Influencer
- Ingegneria Industriale - Curriculum Veicoli Ibridi ed Elettrici
- Ingegneria industriale - Curriculum Industria 4.0
Per avere ulteriori informazioni, potete contattare il nostro ufficio orientamento.