lunedì 03 giugno 2019
Erasmus +: 80% dei laureati trova subito lavoro dopo l'esperienza all'estero
Tutti i risultati emersi dallo "Studio di impatto del programma Erasmus+ per l'alta formazione"
Proprio in questi giorni, la Commissione Europea ha pubblicato un rapporto sul progetto Erasmus+, così da poter analizzare quali siano gli effetti positivi di questo programma europeo di scambio sugli studenti e le organizzazioni coinvolte. Nello specifico, sono state oltre 77000 le persone intervistate riguardo al programma, molte delle quali hanno ammesso che l'Erasmus si rivela essere una vera e propria "palestra di vita" prima che di studio.
Alla pubblicazione dello "Studio di impatto del programma Erasmus+ per l'alta formazione", Tibor Navracsis - Commissario per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport - ha dichiarato: "È straordinario come Erasmus+ consenta ai giovani di riuscire nel moderno mercato del lavoro e in una società più diversificata. Sono lieto di constatare che i laureati Erasmus+ si sentono più pronti ad affrontare nuove sfide, hanno migliori prospettive di carriera e sono più consapevoli dei benefici che l’UE apporta alla loro vita quotidiana. Allo stesso tempo, le università che partecipano a Erasmus+ non solo sono più internazionali, ma rispondono anche meglio alle esigenze del mondo del lavoro".
Erasmus + e mondo del lavoro
Stando ai dati raccolti nel report pubblicato dalla Commissione Europea, sarebbero circa 2 milioni gli studenti che hanno partecipato al progetto Erasmus+ tra il 2014 e il 2018. Più nel dettaglio, il 72% di questa fetta di intervistati attribuisce al progetto di scambio il merito di aver incrementato notevolmente le proprie occasioni professionali - una convinzione che appartiene più agli studenti dell'Europa del Sud e dell'Est. Questa percentuale, infatti, sale fino al 74% quando ci si sposta verso l'Italia ed i Paesi dell'Europa meridionale.
Insomma, stando ai dati del rapporto, i laureati Erasmus sono facilitati nel trovare un lavoro al termine del percorso di studi. È ben il 79% degli studenti con esperienze all'estero a trovare il primo lavoro entro tre mesi dal conseguimento della laurea, a confronto del 75% dei laureati che invece non si sono mai mossi dall'Italia. Un altro 10% degli studenti Erasmus+ ha dichiarato di aver trovato lavoro nei sei mesi a seguire dalla fine degli studi, contro il 10% di coloro che non hanno partecipato al programma di scambio. Ma non è tutto. Stando a quanto riferito dal rapporto della Commissione Europea, i laureati Erasmus si dicono più soddisfatti del proprio lavoro: circa il 90% degli intervistati ha infatti ammesso che le competenze acquisite all'estero sono state di aiuto per trovare un lavoro subito dopo la laurea.
A stupire sono anche i dati che riguardano l'internazionalizzazione degli studenti universitari, che prosegue anche dopo gli studi. Nonostante la maggior parte dei laureati trovi lavoro stabile nel Paese di nascita, sono sempre di più gli studenti che vengono assunti direttamente nella Nazione in cui sono stati ospitati durante il progetto Erasmus+: in particolare, sono soprattutto coloro che hanno studiato nelle città dell'Europa Orientale e Settentrionale ad accettare un lavoro in un Paese "estero".
Lo "Studio di impatto del programma Erasmus+ per l'alta formazione" ha dimostrato chiaramente come il numero di laureati impiegati in un Paese diverso da quello di origine sia aumentato nel corso degli ultimi anni, passando dal 26% del 2015 al 28% del 2016/7. Chiaramente, le prospettive per i prossimi anni sembrerebbero migliorare ancora di più questi dati, soprattutto in virtù dell'incremento dei finanziamenti dedicati al progetto Erasmus+.
In un'ottica professionale, i tirocini formativi afferenti all'Erasmus+ sono stati riconosciuti come un'opportunità ottimale per l'accesso ad una carriera internazionale: il 40% di studenti partecipanti ad uno stage all'interno di un'azienda straniera ha dichiarato di aver ricevuto un'offerta di lavoro dalla stessa compagnia. Nel 2014, questa percentuale era del 33%, il che dimostra quanto sia cresciuta l'internazionalizzazione del lavoro nel corso di pochissimi anni.
Il progetto Erasmus+ come acceleratore di competenze professionali
Al di là dell'incredibile esperienza personale che può rivelarsi un progetto di scambio, l'Erasmus+ si dimostra chiaramente un acceleratore di competenze tecniche, interpersonali ed interculturali. Ad affermarlo sono gli stessi studenti intervistati dalla Commissione Europea, che ammettono di sentirsi migliorati in un'ampia gamma di softs skills, considerate attualmente un requisito professionale di prim'ordine. Nel dettaglio, gli studenti Erasmus si dicono migliorati rispetto ai laureati che hanno partecipato ad altri programmi di mobilità accademica.
Ma quali sono queste soft skills di cui tanto si parla? Anzitutto, competenze digitali e imprenditoriali, abilità di problem solving, sviluppo del pensiero critico, padronanza delle lingue straniere, nonchè miglioramento dell capacità relazionali e dello spirito di adattamento. Anzi, l'Erasmus sembrebbe essere un'ottima occasione anche per acquisire strumenti per la coesione sociale: 9 studenti su 10 dichiarano di notare importanti miglioramenti nell'interazione con persone di altre culture e nella comunicazione con individui provenienti da altri Paesi. Anzi, ben il 95% degli intervistati ha dichiarato di andare d'accordo con persone appartenenti ad altre culture, dicendosi contrari alla discriminazione, al razzismo e all'omofobia.
Insomma, il progetto Erasmus+ sembra essere davvero l'occasione ideale per crescere personalmente e professionalmente. A differenza di quanto si creda, anche le università telematiche mettono a disposizione dei propri studenti la possibilità di partecipare ad un progetto di scambio europeo. Se volete ricevere ulteriori informazioni riguardo all'Erasmus offerto dal CUI, potete contattare il nsotro ufficio orientamento.